PERCHÉ DAGLI APPENNINI ALLE BANDE

PERCHÉ DAGLI APPENNINI ALLE BANDE
Il riferimento è al titolo di una canzone di Gianfranco Manfredi che si chiama “Dagli Appennini alle Bande”. Aldilà del significato che possa aver dato lui al testo ho deciso di adottare questo titolo come nome del mio blog per la grande simbologia che intravedo nella figura degli Appennini e la loro connessione diretta con le Bande. Gli Appennini mi rimandano immediatamente alla resistenza partigiana al nazi-fascismo e in generale a tutte quelle forme di resistenza che nel corso della storia hanno trovato nella Montagna una sorella a cui aggrapparsi per dare respiro alla guerra che stavano intraprendendo. Ma la Montagna più pragmaticamente si configura nella mia vita come una via di fuga dall’angoscia metropolitana che pervade ogni secondo delle mie giornate. Si tratta di uno spazio dove l’ingerenza umana ha avuto un peso nettamente inferiore rispetto a quello che ha avuto in luoghi densamente popolati come le città. Dove l’orizzonte probabilmente sarà ostruito da boschi o pendici immense piuttosto che da palazzoni o carreggiate sospese. Inoltre è quel luogo in cui ancora oggi si riesce ad assaporare e sperimentare quella vita contadina che in Italia fino a relativamente poco tempo fa era quella della maggior parte delle persone. Approcciarsi ad essa ridimensiona notevolmente le proprie necessità e permette di ampliare le proprie conoscenze. È anche per la possibilità di conoscere un modo di vivere che mi ridimensiona che la Montagna assume un valore fondamentale. Passando alle Bande, queste le intendo come un qualcosa di strettamente metropolitano. Le figure del “teppista” e del “fricchettone criminal-provocatore”, citate da Gianfranco Manfredi, le considero come una sorta di “bugs” nella società civile e per cui la società civile stessa si impegna a delineare immediatamente dei caratteri generali al fine di controllarle e isolarle. Specifico che “Dagli Appennini alle Bande” è stata concepita negli anni ’70 del XIX secolo, un periodo in cui le città italiane brulicavano di persone, in particolare giovani, che viaggiavano verso società alternative a quelle che la Prima Repubblica cercava di propinare loro. Le Bande quindi mi piace interpretarle come una serie di gruppi di persone che in un modo o in un altro vanno ad intaccare lo standard di individuo civile. Si tratta dell’insieme dellə scontentə che mettendo in dubbio tutte le verità che lə sono state imposte sogna di costruire una società nuova, diametralmente opposta a quella in cui sono statə generatə. Quindi, se gli Appennini mi rimandano ad una concezione di Montagna legata alla Resistenza Partigiana e di Vita Contadina, le Bande mi rimandano ad un’idea di Resistenza Metropolitana e Vita Anormale. Per cui la correlazione diretta che citavo all’inizio va intesa come una correlazione di diverse forme di Resistenza e Modi di Vivere Alternativi. Lo spazio immaginario ed ideale che si viene a creare tra la Montagna e la Città è uno spazio in cui la mia Lotta prende forma e si verifica, gli Appenni il contesto in cui i miei sogni si nutrono, le Bande il contesto in cui trovano terreno per radicare.

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